Il vampiro sudamericano

E’ il 1975 quando sulla tranquilla isola di Puerto Rico accade qualcosa di veramente insolito: una mattina viene ritrovato il cadavere di una capra completamente dissanguata. Sul suo collo viene immediatamente notato un foro di circa un centimetro, dal quale evidentemente è stato estratto tutto il sangue che l’animale aveva in corpo.

Naturalmente da una scoperta così macabra e raccapricciante non può che nascere una domanda: chi o cosa può aver commesso quel genere di efferatezza? Immediatamente la stampa locale e i tanti allevatori della zona iniziano a parlare del “Vampiro de Moca”, dal nome della città nei pressi della quale è stata rinvenuta quella che tutti ricorderanno come la prima vittima del “Chupacabras”, ossia “Succhiacapre”. Le capre però, pur essendo le sue prede preferite, non sarebbero le uniche vittime di questa creatura dai contorni indefiniti, che infatti aggredirà anche polli, conigli, pecore e tanti altri animali.

Nei mesi e negli anni successivi questa misteriosa creatura è tornata a colpire più volte e non solo a Puerto Rico; inoltre sono cominciate le segnalazioni da parte di un numero sempre crescente di sedicenti testimoni oculari e quindi è divenuto possibile tracciarne una sorta di identikit: si tratterebbe di un essere davvero spaventoso, alto poco più di un metro, con una testa ovale simile a quella di un serpente, nella quale sarebbero incastonati due grandi occhi di un rosso abbacinante; avrebbe due orecchie piccole e appuntite; una pelle verdastra o grigia; una cresta simile a quella di un dinosauro percorrerebbe l’intero suo dorso, dal capo alla coda; avrebbe due zampe robuste con le dita artigliate che gli consentirebbero un’andatura bipede. C’è però chi giura di averlo visto muoversi a balzi alti fino a otto metri, o addirittura volare grazie ad ali simili a quelle di un pipistrello. Il chupacabras avrebbe anche due braccia molto lunghe, dotate anch’esse di tre dita artigliate. La sua fisionomia quindi ricorderebbe quella di un drago, o di un canguro con testa rettiliana. Alcuni testimoni sostengono che sia in grado di emettere un leggero sibilo e addirittura di ipnotizzare le sue vittime o comunicare telepaticamente con esse. A questo punto però bisogna soffermarsi sulla caratteristica più saliente di questa famelica bestia: un’insaziabile bramosia di sangue, … (continua su “Ufo International Magazine” – Anno II, n. 9, settembre 2013).