Quando il contattismo uccide…

Nel 1967 il celebre ufologo Jacques Vallée incontra a Chicago il Dottor Olavo Fontés, un medico e ricercatore in campo ufologico tra i più stimati del Brasile. Fontés è consapevole che un terribile tumore gli concede soltanto pochi mesi di vita e allora decide di lasciare in eredità proprio a Vallée il suo enorme archivio, che comprende documenti originali inerenti buona parte della casistica ufologica brasiliana.

“Voglio che tu abbia questi” dice il Dottor Fontés a Vallée, quando gli porge una copiosa serie di rapporti inerenti proprio gli oggetti volanti non identificati avvistati nel suo paese nel corso degli ultimi anni. Proprio fra questi corposi fascicoli figura quello concernete il poco noto “Mistero delle Maschere di Piombo” e vari avvistamenti avvenuti nella zona di Niterói, città brasiliana dello Stato di Rio de Janeiro. L’antefatto di questo enigmatico caso si verifica alle 21:15 del 1 marzo del 1966, quando un uomo di cinquantaquattro anni, dirigente di una fabbrica che produce materiali elettronici, vede un oggetto volante di forma ellittica e particolarmente luminoso in sospensione sopra Niterói, ad una quota di un centinaio di metri. Quest’uomo, che ha assistito al fenomeno appena descritto insieme alla moglie ed alla figlia, disegnerà poi una serie di schizzi, evidenziando così che l’UFO in questione era attorniato da un certo numero di sfere evanescenti. Pochi mesi dopo Niterói è nuovamente teatro di un fatto davvero inspiegabile, anch’esso riportato nella documentazione conservata dal Dottor Fontés. E’ il tardo pomeriggio del 20 agosto 1966 quando il cielo della città brasiliana viene nuovamente attraversato da un curioso oggetto volante; questa volta però non si tratta di un UFO ma di un variopinto aquilone che sta facendo divertire un ragazzo del luogo: l’allora diciottenne Jorge Alves da Costa. Improvvisamente un refolo di vento fa scivolare dalle mani di Jorge il cordino col quale il ragazzo sta “pilotando” il suo aquilone, che così vola via fino a raggiungere la sommità del cosiddetto Morro do Vintém: una collina alta circa duecento metri, coperta da alberi e cespugli e dalla quale, quando non è gravata da una cappa di smog o avvolta dalle nuvole, si possono ammirare chilometri e chilometri di cielo e di terra, godendo di un panorama davvero splendido che comprende tutta Niterói, il Pan di Zucchero, Rio di Janeiro e la sua celebre baia. Il Morro do Vintém quindi appare come una magnifica meta turistica piuttosto che come la scena di un brutale assassinio, eppure Jorge Alves, verso le ore 18:00, quando raggiunge la cuspide di quel colle alla ricerca del suo aquilone, si imbatte improvvisamente in due cadaveri posti uno accanto all’altro … (continua su “Ufo International Magazine” – Anno III, n. 18, settembre 2014).